08/05/2021 Monte Grappa

Distanza totale: 15,6 Km (8,3↑ 5,1↓ 2,2↔)
Altitudine massima:1.740 m
Altitudine minima: 275 m
Dislivello assoluto: 1.465 m
Totale salita: 1.950 m
Totale discesa: 1.170 m
Tempo totale: 6h 40′(soste incluse)
Presenti: Bruno, Cippe, PaoloG, Pedro, amico di Paolo.

Con il passaggio in zona gialla possiamo finalmente muoverci fuori comune, Bruno ci propone un giro sul Grappa. Organizziamo due gruppi, il primo parte da Borso del Grappa, il secondo da Campo Croce, luogo dove avverrà la riunificazione. Tutto secondo tabella di marcia pianificata, partenza ore 7 da Bruno che raggiungo con il mio monopattino (favoloso), arrivo al parcheggio di Borso ore 7:55 e partenza alle ore 8.

Borso del Grappa 275 mt.
Dal parcheggio prendiamo a destra sulla strada asfaltata, dopo 50 la attraversiamo e prendiamo via Monte Grappa, all’imbocco della quale è presente una tabella con l’indicazione del sentiero, percorriamo altri 50 metri ed abbandoniamo l’asfalto per lasciare le nostre impronte sul sentiero 196. Si tratta in realtà di una strada bianca ampia e comoda, la si può seguire pedissequamente per addolcire la salita del ripido versante, ma noi optiamo per le numerose scorciatoie che la intersecano in più punti abbreviando di certo la lunghezza del percorso ma aumentandone la pendenza, ma siamo qui apposta quindi nessun problema. La prima deviazione è sulla sinistra (0.5 km, 365 m, 12′). Dopo 200 metri si sfiora un tornante del 196 che lasciamo sulla destra (0.65 km, 388 m, 14′) mentre noi proseguiamo su dritti. Si cammina sotto un fitto bosco prevalentemente di faggio, in un continuo serpeggiare e susseguirsi di piccoli tornanti. Non ci sono distrazioni per un buon tratto, la fitta vegetazione preclude qualsiasi visuale basta solo camminare a testa bassa immersi nell’umido e fresco ambiente. Sfioriamo nuovamente un tornante del 196 (1 km, 500 m, 24′) e poco più avanti (1.1 km, 535 m, 26′) rientriamo per un breve tratto nel sentiero 196, ne percorriamo un centinaio di metri e lo abbandoniamo di nuovo questa volta lasciandolo sulla nostra destra. Ora la vegetazione inizia a lasciare qualche spiraglio e finalmente il panorama verso la pianura comincia a regalare qualche piccola soddisfazione, ma anche il sottobosco non è da meno ed un raggio di sole sembra invitarci ad entrare in un altro mondo attraverso questo arco cespuglioso, un mondo frequentato da millepiedi giganti immobili sulle loro zampe legnose. Superati gli 800 metri si raggiunge località Prati di Borso (2.25 km,. 810m, 54′) la vegetazione si dirada notevolmente e ci lascia ammirare la pianura sia verso ovest dove si possono vedere gli Euganei ed i Berici, sia in direzione est con vista verso il Montello. Superati i Prati di Borso il primo cartello di segnalazione (2,9 km, 965 m, 1h 12′) indica la direzione per il nostro primo obiettivo, Campo Croce. Proseguiamo spediti a sinistra lungo il sentiero 102 meno ostico, praticamente una strada bianca, vien da chiedersi da dove sale questa strada, appunto in realtà da nessuna parte, infatti scende da Campo Croce e permette di raggiungere le poche case situate nei prati di Borso.

Campo Croce (3,6 km, 1048 mt, 1h 22′).
Arriviamo in un bel pianoro, un po’ disordinato, qualche costruzione qua e là, delle giostrine, una locanda, insomma non si capisce bene, ma direi che si tratta di un posto dedito più che altro all’alpeggio, ci sono infatti anche diversi animali da cortile, asini, mucche e da qualche parte dovrebbe esserci una malga. Non tergiversiamo troppo però abbiamo un appuntamento con l’altro gruppo e ci avviamo quindi verso la statale di cui sentiamo il rumore poco più avanti. In tre minuti la raggiungiamo, ci spostiamo verso destra poi attraversiamo la strada nei pressi di un piccolo parcheggio, lasciamo gli zaini a terra e facciamo una piccola sosta. Il tempo di pensare dove saranno i nostri amici che li vediamo arrivare, puntualissimi. Saluti ed abbracci virtuali, il tempo di vestirsi e siamo di nuovo in cammino. Al di la della strada 200 metri più avanti parte il nostro sentiero, indicato da una tabella (4 km, 1062 m, 1h 36′), dal numero altisonante: 100. Il sentiero aggira il bosco e risale un ripido versante che porta alla forcella Camol ed all’omonima baita (4.75 km, 1215 m, 1h 55′).  Proseguiamo a destra in direzione monte Grappa ovviamente. Risaliamo il versante sud del monte Legnarola la cui rada vegetazione permette ampie visuali verso la pianura. Appena superato il monte Legnarola (1322) poco sotto si trova la tabella indicante l’omonima forcella (5.7 km, 1320 m, 2h 22′). Proseguiamo in direzione del monte Colombera lungo il facile sentiero in saliscendi, mai esagerato, e che in alcuni punti interseca la sp140. Il panorama ora è veramente ampio in tutte le direzioni. Davanti a noi si vede già la nostra meta, il Grappa, e con un po’ di attenzione scorgiamo anche un gruppeto di ungulati, incredibile, stanno camminando sul sentiero, nonostante la presenza di diverse persone, evidentemente sono abituati alla presenza umana. E quando meno te lo aspetti compare pure una figura conosciuta, un pazzo scatenato stà correndo con scioltezza dove qualcun altro arranca, chi può essere se non il bionico ? Vai Cippols ! Raggiungiamo anche il monte Colombera (7.7 km, 1449 m, 3h 10′). Vale la pena percorrere un centinaio di metri sul sentiero 104 fino a raggiungere la croce ed il punto panoramico dotato pure di panchina che permette di sedersi ed ammirare l’ampio panorama. Riprendiamo il cammino sul sentiero 100 sulla destra in lontananza due cime conosciute, Pelmo e Civetta, non me l’aspettavo. Dal Colombera si scende un attimino per poi riprendere a salire abbastanza ripidamente verso il mone Meda. Attraversiamo prima la SP 141, poi la SP 140 e con un ultimo strappo raggiungiamo anche il monte Meda (8.8 km, 1616 m, 3h 40′). Sopra di noi intanto continuano a volteggiare diverse persone con il parapendio, tra il Colombera ed il Meda infatti vi è una pista di lancio. Attraversiamo anche la SP 149 ed affrontiamo l’ultima ma non meno impegnativa salita verso il Grappa, il sentiero sbuca nel pianoro asfaltato tramite questa gradinatura. Arrivati di sopra si entra in un altro mondo, prettamente antropico.

sacrario del Grappa (9,5 km, 1740 mt, 4h).
Posiamo lo zaino proprio all’inizio della gradinata in attesa dell’arrivo di tutta la truppaglia ed intanto inizio a fare qualche foto ai vari reperti storici presenti, una bombarda austriaca, un obice italiano, ed uno sguardo al panorama verso nord, ma ipotizzo di approfondire più tardi una volta saliti in cima. Ci avviamo verso il rifugio Bassano perché qualcuno vuole togliersi lo sfizio di una birra, io invece ho bisogno di un caffè, stamattina non l’ho bevuto e ne sento la mancanza. Mentre siamo seduti al tavolo all’aperto scatto questa foto al sacrario, ed i tempi di esposizione che già mi avevano insospettito mi inducono a controllare le impostazioni della macchina. Si, come sospettavo, ISO impostati su 2500 fissi, già, mio figlio l’ha usata di recente di sera con il buio, non oso pensare alle foto già fatte, amen. Finalmente si riparte, dietro al rifugio c’è una terrazza panoramica dalla quale appunto ricavo questo panorama:

Posso solo aggiungere che esattamente a metà foto nascosto dalle nubi c’è l’Antelao, mentre a sinistra ci sono le Pale di San Martino, anche qui difficile disntiguerle, ma le app vengono in aiuto. Ci dirigiamo verso cima Grappa, ma proprio all’ingresso della zona monumentale alcuni volontari sbarrano la strada, non è possibile accedere causa  manutenzione, non ho parole, ma prima all’ora ? Se io faccio il giro posso salire affermo! Si, non possiamo controllare tutti gli ingressi rispondono. Cioé mi verrebbe da fare il giro di corsa, scendere dall’alto e fare: Cucù! E’ una cosa ridicola, ma la accettiamo e rientriamo da dove siamo arrivati, in realtà proseguiamo sulla SP 149 fino al monumento ai partigiani (10 km, 1660 m, 5h) dove facciamo una capatina giusto per fare una foto e guardarlo da vicino, poi rientriamo in strada e poco dopo sulla destra prendiamo una evidente traccia che riporta verso il sentiero 100 percorso all’andata. Una volta raggiunto il sentiero lo percorriamo in discesa fino ad un bivio (10.8 km, 1621 m, 5h 12′) dove prendiamo a destra, poco prima del monte Meda, l’Altavia degli eroi. Dal bivio dopo poche centinaia di metri entriamo in un bellissimo pianoro costellato di crocchi (crocus reticulatus), uno spettacolo, ci sono anche due piccoli laghetti ed un po’ di neve ad abbellire il quadretto. Ci soffermiamo qualche minuto in questo posto perché è veramente spettacolare, anche il panorama verso la pianura è caratterizzato dalla presenza dei Crocus, provo anche una macro ma il fuoco non è ben centrato. Proseguiamo in discesa sull’alta via degli eroi e forse ancora con la testa in mezzo ai fiori perdiamo la traccia, con l’ausilio degli strumenti ed un po’ di occhio la ritorviamo sotto di noi, ormai facilmente visibile. La via è molto tranquilla, la discesa mai esagerata, il panorama piacevole, offre diversi soggetti da fotografare. Raggiungiamo malga Cason Vecio (12.25 km, 1350 m, 5h 50′) poi malga Osteria Vecia (12.8 km, 1265 m, 6 h) quindi giù dritti fino a Ca’ dell’Amicizia (14.25 km, 1220 m, 6h 20′). Poco più avanti ci innestiamo sulla statale SP140 (14.5 km, 1235 m, 6h 26′) qui siamo indecisi se proseguire verso baita Camol che intravediamo tra le piante, per poi salire a forcella Camol riaggangiandoci al percorso di andata e scendere quindi a Campo Croce, oppure scendere per un tratto di statale fino a raggiungere appunto Campo Croce, scegliamo questa seconda opzione nell’ipotesi di poter tagliare attraverso il bosco un bel tratto, ipotesi che si rivelerà errata perché il tratto in questione è piuttosto ripido ed impervio quindi preferiamo proseguire sulla strada, in sicurezza, fino a raggingere Campo Croce e le auto.

Campo Croce (15,6 km, mt, 6h 40′).
Il gruppo B ci da uno strappo in auto fino a Borso, risparmiandoci l’ultima fatica. Che dire, bravi tutti, alla prossima.

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