18/11/2017 Mulaz



Distanza totale: 13,7 km
Altitudine massima: 2906 m
Altitudine minima: 1910 m
Totale salita: 1125 m
Totale discesa: -1276 m

Tempo totale: 9h 30m

Presenti: Cippe, Cippols.

Favolosa escursione! Giornata splendidissima! Partenza ore 6 puntualissimi. Alle 8 e qualcosa siamo al passo Rolle, purtroppo a San Martino di Castrozza il centro è chiuso e non troviamo un bar per il caffe, non importa. Parcheggiamo l’auto sull’ultimo tornante della SS50 prima del passo, ci vestiamo e ….. le mie ciaspole? Mi chiede Cippols.

Istantanea riflessione seguita da una sequela di eresie pensate, ma così lunga che la muraglia cinese in confronto è insignificante. Ma come si fa?! Si fa! Che famo? Un solo paio di ciaspole, quelle di Cippols sono a casa mia e dovevo prenderle io, porca …. Va be, intanto andiamo avanti e vediamo la neve come’è e quanta ce ne sarà.

Passo Rolle. Quota 1970. Tempo 00:00.
Attraversiamo la strada e risaliamo la pista da sci fiancheggiando il tappeto mobile della pista blu, quindi raggiungiamo la stradina che sale fino al rifugio Capanna Cervino, ovviamente coperta di neve ben battuta. Entriamo al rifugio a bere un caffé, finalmente, è il primo della giornata e si sente, ma va giù che un piacere. Provo a chiedere alla cassiera se per caso, così, non si sa mai, ha un paio di ciaspole di servizio, ma mi risponde che loro non escono mai dal rifugio, ma che sicuramente al Rolle ne hanno. Merd! Averci pensato prima, breve riflessione, scendere, cercare le ciaspole, risalire, troppo tempo, andiamo avanti. Sono così inalberato che non ho ancora fatto una foto, meglio inziare con questo panorama. Procediamo lungo la lieve salita in direzione baita Segantini, sentiero 710A. Davanti a noi le pale nascondono il sole che sta per spuntare. Cippols mi elenca le varie cime da destra verso sinistra: Cimon della Pala, Cima della Vezzana, Cima dei Bureloni appena illuminata dal sole. Tra una foto e l’altra eccoci arrivati a baita Segantini.

Baita Segantini. Quota 2170. Tempo 45m. Distanza 2390 metri.
Brevissima pausa, tento nuovamente una ricerca di ciaspole, ma la baita è chiusa, guardo intorno li fuori, nulla, proseguiamo. Prendiamo la strada che scende in val Venegia, sempre sentiero 710A, sempre all’ombra. Faccio una foto a dei cartelli che indicano il sentiero estivo, al ritorno li guarderò alla luce del cellulare, proseguiamo per la strada battuta. C’è una luce incredibile, il sole è ancora dietro le cime, ciò da una sensazione di mattino presto e di freddo, un motivo in più per tenere alta la cadenza dei passi. Raggiungiamo un grosso masso con alcuni cartelli, da qui si stacca il 710A che rimane in quota fino ad incrociare il 710 che sale al passo Mulaz. Decidiamo però di restare ancora sulla strada ben battuta e di affrontare la neve fresca più avanti, lo facciamo poco prima del sentiero 710, a circa 1920 di quota.

Inizio salita su neve fresca. Metri 1920. Tempo 1h 25m. Distanza 5500 metri.
Indosso le ciaspole, Cippols vuole provare senza, e partiamo. Fin da subito è chiaro che non sarà una passeggiata. Avanzo senza problemi qui sul fondovalle, la neve regge bene ma cerco di fare pressione con il peso del corpo ad ogni passo per comprimere il più possibile il manto nevoso. Lo spessore oscilla da pochi centimetri al metro, in base alle zone. Cerco di salire lungo una possibile cresta in modo da non far affondare chi mi sta dietro, ma è un’impresa. Dopo un pò mi giro, Cippols affonda ad ogni passo nella neve fino alle ginocchia, ci mettiamo mezzora per salire di 100 mt. Chiedo il cambio ciaspole, si era detto di fare un pò per ciascuno, ma non vuole, preferisce continuare senza. Davanti a me si intravede la forcella, ma è ancora molto distante. Ad un certo punto Luca abbandona la mia traccia che sale a zig zag in un ripido canalone e prosegue su un suo percorso dove c’è meno neve. Il tempo di fare qualche foto dietro di me al panorama illuminato dal sole, guardo davanti ed eccolo la ormai già distante salire senza indugi, sembra quasi non faticare. Io invece affondo sempre di più nel mio bel canalone, sopra di me nella foto si vede la traccia di Cippols. Siamo saliti un bel pò e cominciamo a vedere nitidamente il passo Mulaz, a tratti mi sembra di riconoscere la traccia di un ipotetico sentiero di cui però non scorgiamo segni di alcun tipo.  Mi fermo un attimo deciso a costruire un bel panorama da qui. Torno al presente, Cippols è già lontano, in fondo il Mulaz è ben illuminato dal sole, e sotto, nella parte in ombra, si vede il sentiero coperto di neve. La pendenza ora è meno marcata e con le ciaspole riesco a recuperare qualche metro, si vede anche qualche manufatto in lontananza, una probabile teleferica per il rifugio Mulaz, siamo quasi arrivati al passo e finalmente siamo anche sotto il sole. Quest’ultimo tratto è stato micidiale, tanta neve poco compatta uguale tanta fatica.

Passo Mulaz. Quota 2619. Tempo 4h. Distanza 7650 metri.
Sono le 12 e 30, decidiamo di mangiare, ma solo dopo aver fatto qualche foto alle splendide visuali che ci sono da quassù. Verso ovest quella puntina lontana sulla sinistra è cima d’Asta, verso est la Civetta e subito dietro il Pelmo mentre più a sinistra ho dei dubbi, ci dovrebbero essere in ordine il Sorapiss, il Cristallo e le Tofane. La cima più a sinistra è quindi il Sorapiss? Voi che dite? Verso sud le pale che ci hanno nascosto il sole costringendoci a salire fino a qua per riscaldarci un pochino e verso nord il Mulaz. Il pranzo ci porta via mezzora, tra un boccone e l’altro ci rendiamo conto che è tardi, siami saliti troppo lenti, proseguire verso la meta significa fare tardi e rischiare di rientrare con il buio. Ci alziamo, zaino in spalla, rimetto le ciaspole, e ci avviamo verso valle, pochi passi, uno sguardo al Mulaz, ci guardiamo negli occhi … nella nostra mente prende forma la stessa domanda, femo ? Fan culo il far tardi, un sorriso illumina i nostri volti più del sole ormai alto in cielo, più felici di due bambini con il gelato in mano. Ci giriamo e partiamo a razzo. Il primo tratto è facile, c’è poca neve, tanto che dopo ducento metri mollo le ciaspole, e poco più avanti anche lo zaino. Trovo curiose queste formazioni di neve, dei rotoloni di neve probabilmente bloccati dal gelo, ce ne sono diversi. Saliti di un centinaio di metri di dislivello camminando sulla roccia la faccenda si complica, la neve copre tutto, la traccia è insesistente, nessun segno bianco-rosso, cerchiamo disperatamente degli ometti, e fortunatamente ogni tanto ne troviamo qualcuno che ci permette di tornare sul sentiero nascosto dalla neve. Aggiriamo un ultimo roccione, attraversiamo un piccolo catino, fino ad arrivare su una piccola cima, ma non è quella giusta. Sulla mia destra vedo la vera vetta del Mulaz, do qualche indicazione a Cippols che la raggiunge per primo, un’ora e venti dal passo omonimo.

Monte Mulaz. Quota 2906. Tempo 5h 45m. Distanza 8460 metri.
Qualche foto e torniamo giù dice Cippols, concordo, ma ne faccio parecchie, non le linko tutte sarebbe noioso, ho fatto anche un giro a 360, non c’è una nuvola. Eccolo:

Evidenzio alcune foto: La parete sud della Marmolada ed alla sua sinistra il Gran Vernel, Civetta e Pelmo, in questa Tofana a sinistra, Cristallo al centro e Punta Sorapiss a destra, direi che può bastare, ecco qua il campanaccio di vetta che abbiamo fatto suonare con un certo orgoglio. Siamo contenti, soddisfatti ed appagati. Si! Meraviglioso. Torniamo sui nostri passi, la discesa è più facile, abbiamo la traccia dell’andata che ci guida e ci permette di tagliare in qualche tratto, insomma siamo di nuovo al passo dopo 40 minuti e tiriamo via dritti. Le impronte lasciate al mattino sono nitide, non è passato nessuno a parte noi, ma decidiamo di stare più stretti per accorciare il percorso. Troppo stretti. Dopo un pò tolgo le ciaspole perchè sprofondano inesorabilmente e tirarle fuori mi costa fatica, inoltre continuo a cadere perché sotto sbattono non si sa dove, ma anche perché le gambe cominciano a cedere. In sostanza invece di ripercorrere più o meno il tracciato della salita ci immettiamo sul sentiero 710 del quale ad un certo punto perdiamo le tracce. Vedo Luca davanti a me indeciso, mi fermo, attendo istruzioni, e quello che mi comunica mi fa rabbrividire, “non so più dove andare”. Calma, per modo di dire, il sole ci ha salutato. Ricordo di aver visto qualcosa poco più indietro, mi giro e risalgo si e no per dieci metri, ci metto quasi un quarto d’ora, penso a Luca che è ben più sotto di me, poi eccomi sotto il grosso  masso con un segno bianco rosso che avevo visto, ma ai miei piedi un muretto di pietre ad indicare chiaramente fine, stop, non per di qua. Allora sarà dall’altra parte, proviamo, intanto Cippols è risalito, va avanti lui e trova un altro segno, è fatta, siamo sul 710. La discesa è un’avventuroso poggiare gli scarponi non si sa dove, mi fermo un attimo per immortalare il colore della roccia acceso dagli ultimi raggi di sole, poco più avanti è la neve a confermare il suo articolo femminile con una evidente tonalità rosa che ha dell’incredibile e che la foto rende solo in minima parte. Poco sotto quota 2100 il percorso devia decisamente a sinistra e si fa più docile, troviamo anche dei cartelli segnaletici che confermano, siamo sul 710 e davanti a noi la strada percorsa al mattino non è più un miraggio. Rimetto le ciaspole.

Strada. Quota 1911. Tempo 8h 15m. Distanza 11750.
Imbocchiamo la stradina in località Campigol della Vezzana. Ripongo le ciaspole. Arriva anche Cippols imprecando per l’ennesimo sprofondamento nella neve fresca. Siamo tranquilli perché ormai il percorso è sicuro, ma il sole è calato da un pezzo, sta illmuninando le vette intorno a noi colorandole di quel caratteristico rosa-arancio-giallo delle Dolomiti, uno spettacolo. Ci incamminiamo più tranquilli di buon passo, anche se ci aspettano ancora poco meno di 6 km. L’inizio non è male, il ritmo è alto, tengo il passo, la salita è dolce, non faticosa, ma la stanchezza si fa sentire. Luca si ferma a fare qualche foto, ormai è buio, ma mi riprende velocemente, mi resta dietro e dopo un pò se ne va. Mi rendo conto di non avere più energia, vorrei mettere sotto i denti qualcosa, ma ho paura a fermarmi, ormai il mio camminare è quasi automatico, da automa, devo raggiungere la meta, non ho alternative, punto. Mentre tanti pensieri mi passano per la testa e la mia concentrazione è massima nel cercare il terreno appena visibile e non uscire dalla strada, ad un certo punto alzo lo sguardo per trovare qualcosa in lontananza, un punto di riferimento, un Cippols, una luce, ed invece nulla, solo le stelle, tanti puntini luminosi che rimetto insieme rapidamente ricomponendo davanti a me l’orsa maggiore, vorrei cercare le altre costellazioni, ma non voglio fermarmi. Peccato non poter fare una foto per catturare questo momento particolare così fiabesco, romantico, intimo, silenzioso, unico. Estraggo il cellulare per fare un pò di luce davanti a me, ormai non vedo più nulla, si perché anche la torcia è rimasta a casa, mi ha chiesto se poteva fare compagnia alle ciaspole, va bene gli ho detto, ma non combinate guai. Ecco il paletto menzionato all’inizio dell’articolo, sono quasi alla baita Segantini, altri 2 chilometri e mezzo, ovviamente lo so adesso con il GPX sotto mano, al momento non ne avevo la più pallida idea per fortuna. Illumino i cartelli con la torcia del cellulare, sia mai che sbaglio strada, ma ecco che Cippols mi fa dei segnali dalla baita. Mi aspetta vicino ad un gatto delle nevi e penso “vuoi vedere che ha rimediato un passaggio?”. Poi ricordo che era fermo li da stamattina. Proseguo e ci ricongiungiamo. Passata la baita è tutta discesa, tagliamo per le piste a passo sostenuto mentre gli operatori le preparano per la mattina ed in mezzora siamo all’auto.

Parcheggio. Quota 1970. Tempo 9h 30m. Distanza 15500 metri circa.
La distanza totale è approssimativa, il Garmin si è spento dopo 9 h, il Geonaute, invece molto prima, inoltre il Garmin è stato più volte innondato dalla neve fresca e ciò probabilmente ha contribuito ad accorciare la vita delle batterie, altrimenti secondo me sarebbe arrivato fino alla fine. Ad ogni modo bravi tutti e due, gli strumenti e gli escursionisiti, un plauso particolare a Cippols che si è sciroppato il tragitto senza ciaspole, è proprio bionico.

Ragazzi … favoloso !

P.S. Dicevamo tra noi neppure un animale incontrato oggi, tante tracce, cacca, pipì, orme, ma niente di più, ed eccoli la, poco prima di San Martino di Castrozza, due bellissimi esemplari di camoscio, belli grossi, a bordo strada, rallentiamo, ci guardano e saltano il paracarro immergendosi nel buio.

 

One Response to “18/11/2017 Mulaz”

  1. Luca Scalabrin ha detto:

    Giornata fantastica. Cima di tutto rispetto, salita su traccia non battuta, spesso su accumuli di neve ventata.
    Ultimamente sono sempre andato in montagna di corsa, spesso da solo. Ho riassaporato il lento incedere e la piacevole presenza di un compagno “di cordata”.
    Grazie Stefano.

Leave a Response