28/12/2022 Forte Dosso delle Somme (Folgaria)

Distanza totale: 13,4 Km (6,5↑ 2,7↓ 4,2↔)
Altitudine massima: 1670 m
Altitudine minima: 1303 m
Dislivello assoluto: 367 m
Totale salita: 474 m
Totale discesa: 437 m
Tempo totale: 4h 40′ (soste incluse)
Presenti: Cippe

Ho promesso a mio figlio una giornata sulla neve per Natale, accompagno quindi lui e morosa in quel di Folgaria dove la coppia potrà dare sfogo alla voglia di divertirsi con lo snowboard, io invece mi farò un giretto con le ciaspole da qualche parte. Parto senza pianificare nulla, unico obiettivo raggiungere il forte Dosso delle Somme in qualche modo e possibilmente facendo un giro ad anello. Raggiungiamo località Fondo Grande dove ampi parcheggi permettono di accogliere i numerosi sciatori al costo di 2 Euro per tutta la giornata, buon inizio.

Fondo Grande. Quota 1340 mt.
Parcheggiata l’auto ed effettuata la vestizione lascio i ragazzi che si fiondano verso la biglietteria, io invece provo a chiedere ad uno degli addetti informazioni su come raggiungere il forte, ma la risposta è piuttosto evasiva, incerta, decido quindi di dirigermi verso un ampio tabellone per recuperare informazioni, è vicino alle biglietterie ove ritrovo i due piccioncini in coda alle casse. Una rapida occhiata mi fa capire che devo tornare sui miei passi e verso la strada che sale da Folgaria come il mio senso d’oriantamento mi suggeriva di fare. Attraversata la strada vado a sinistra verso passo Coe e dopo una cinquantina di metri prendo a destra la strada asfaltata che porta a Serrada (0.4 km, 1336 mt, 5′). Mi fermo un attimo per controllare sul telefonino se esiste una qualche traccia per evitare l’asfalto, ma non ne vedo quindi procedo verso Serrada. Dopo pochi metri di salita tralascio a sinistra la stradina di accesso a malga Parisa (0.9 km, 1346 mt, 13′) e proseguo lungo l’asfalto, superata la malga inizio a scendere fino alla quota minima del percorso corrispondente con l’innesto nella strada bianca che porta al forte (2.8 km, 1303 mt, 34′). Qui inzia la parte più bella, lascio definitivamente il mondo antropico e mi immergo nella natura, sono solo, c’è silenzio, non ci sono impianti nei paraggi, le tabelle indicano due ore circa per il forte. Nel tratto iniziale non c’è neve, le ciaspole restano sul mio groppone, poco più avanti attraverso la prima pista da sci non preparata, ci sono anche i cannoni ma evidentemente la neve naturale era troppo poca, sotto di me le case di Serrada e la continuazione della pista dove si notano comunque alcune tracce di sci. Raggiungo un grosso crocevia (4.42 km, 1336 mt, 1h 5′) sia di sentieri che di piste, vi sono della tabelle con le indicazioni per il forte e passo Coe, proseguo dritto sulla strada che ora diventa quasi fiabesca. La neve inzia ad essere presente con costanza ma è sempre poca ed è spesso coperta da un sottile strato di aghi di pino che ne nasconde le insidie, è quasi una competizione tra neve ed aghi a chi occupa più spazio al suolo, proseguo senza ciaspole. Poco più avanti altre tabelle in località Valletta con le indicazioni per il sentiero 136 (4.7 km, 1447 mt, 1h 12′) proseguo sulla strada che diventa a tratti quasi un viale adornato da alcuni paracarri a destra ed abeti a sinistra in una squenza quasi simmetrica. Alle mie spalle il panorama volge verso la val d’Adige con il monte Altissimo di Nago a dominare la scena anche se coperto dalle nubi. Proseguendo sulla strada raggiungo località caserma Platastal (5.8 km, 1485 mt, 1h 30′) i cui resti sono ben visibili a destra sul limitare del bosco. Subito dopo l’ex caserma vedo una piccola baita, voglio andare a curiosare, ma dopo due passi affondo nella neve, è ora di tirare fuori le ciaspole, altrimenti cosa le ho portate a fare? Raggiungo la casetta e perlustro in giro, non credo sia frequentata in inverno, la legna probabilmente serve per le fredde giornate estive, comunque molto carina. Superata la caserma il sentiero s’inpenna, noto delle tracce sulla neve, scorciatoie che tagliano gli ampi tornanti che la strada effettua per superare il dislivello, tentenno un pochino, ma poi decido di proseguire sulla strada. Superati i tornanti si esce dal bosco, la strada percorre un ampia distesa prativa con un curvone molto largo segnalato anche come punto panoramico sulla carta, ma io invece lo taglio di netto calpestando la neve vergine ed immacolata all’interno del curvone anche perché la giornata non si presta molto alle vedute panoramiche. La traccia si incanala ora tra due ali di bosco conducendo in breve fino alle tabelle di segnalazione presenti all’intersezione con il sentiero 136 (8 km, 1623 mt, 2h 13′). Qui procedo a destra verso il forte distante pochi minuti e preceduto da altri manufatti, probabilmente edifici di servizio dell’accampamento militare.

Forte Dosso delle Somme (8.6 km, 1670 mt, 2h 30′)
Raggiunta la meta cerco subito un bel posticino dove fare pausa pranzo e godermi il sole che ha deciso di fare capolino tra le nubi. Non c’è nessuno, sono solo, il posto invita a meditare sul passato, presente e futuro, intanto comincio ad azzannare il mio panino con pensierosa avidità. Proprio mentre sto mangiando sento in lontananza il rumore dell’elisoccorso, il pensiero va a mio figlio, gli mando un messaggio “tutto bene?” Poi però il rumore viene verso di me, sempre più forte finché l’elicottero giallo del soccorso alpino spunta chiaro, limpido e vicino sopra il forte, è talmente vicino che vedo perfettamente l’omino all’interno che mi guarda, le domande amletiche inziano a scorrere nella mia mente. Ma stanno cercando me? Ho fatto qualcosa che non va ? Il dubbio diventa quasi certezza nel momento in cui l’aeromobile effettua una completa rotazione intorno al sottoscritto, mi sento quasi in colpa, smetto di mangiare, mi fermo ed in quello il mezzo si allontana, ma non di molto, l’elicottero atterra ad un centinaio di metri da me, a quel punto mi alzo in piedi ormai pronto ad affrontare qualsiasi discussione o ad aiutare nel soccorso del malcapitato. Che ridere, è sicuramente un’esercitazione, un addetto scende dal veicolo percorre pochi metri, armeggia con alcuni dispositivi, mi guarda, ci guardiamo, poi il rotore riprende velocità e l’omino torna veloce all’nterno del mezzo che si sta preparando a decollare, non mi resta che filmare il tutto con il telefonino, alla cieca perché il sole non mi permette di vedere nulla sul display, ma ho avuto fortuna.

E’ sempre affascinante vedere un elicottero da vicino, bellissima esperienza del tutto inaspettata. Finisco il pranzo e riprendo il cammino, il sentiero gira intorno al forte e svolta a destra raggiungendo poco più avanti altri resti che facevano parte dell’infrastruttura. Superata la fortificazione sul versante opposto di discesa la neve scarseggia esposta al sole del mattino, rimane un’esile striscia sufficiente per le ciaspole. Tralascio una traccia sulla sinistra (9.45 km, 1640 mt, 2h 40′) che conduce proprio sugli impianti di cima Spill, proseguo dritto sul crinale e poco più avanti per fortuna la neve torna ad abbondare. Superata cima Spill si torna prepotentemente in ambiente antropico con i tipici rumori degli impianti da sci. Il sentiero percorre la cresta del Cargadore con belle panoramiche verso la val Terragnolo ed il passo della Borcola fino a raggiungere alcune tabelle con le indicazioni per il sentiero 139 Val delle Calchere (10 km, 1590 mt, 3h 20′). Superati i cartelli attraverso due piste da sci per incunearmi in mezzo al bosco su una tranquilla stradina che porta fino alla chiesetta del Sacro Cuore (10.6 km, 1600 mt, 3h 25′). Molto bella la chiesetta soprattutto l’interno, con i tre busti di uno Schutze, un Kaiserjager ed un Alpino in rappresentanza di tutti i caduti delle guerre tra il 1796 ed il 1945 sull’altopiano di Folgaria. Dopo la chiesetta devo attraversare due piste e la strada asfaltata, la provinciale 143 che porta a passo Coe a poche centinania di metri dal punto in cui attraverso (11.3 km, 1600 mt, 3h 30′). Attraversata la strada torna un po’ di tranquillità, sotto di me è ben visibile Fondo Piccolo, proseguo lungo la strada bianca che porta fino al rifugio Stella d’Italia. Il sentiero 124 si sviluppa pressoché in piano o leggera discesa. Attraverso un’ulteriore ed ampia pista da sci, oltretutto poco frequentata, ottima per sciare in tranquillità, e subito dopo segnalo un bivio (12.6 km, 1575 mt, 3h 45′) al quale proseguo dritto. Guardando poi la mappa a casa andando a destra si sale al Sommo Alto per poi raggiungere il forte omonimo, andando dritti si perviene al rifugio Stella d’Italia prima del quale una strada conduce comunque al forte. Subito dopo aver superato la funivia decido di interrompere il giro scendendo diretto a Fondo Grande, ora sotto di me, attraverso il bosco. La discesa è ripida quanto rapida, in pochi minuti sono al parcheggio dove ritrovo i due piccioncini.

Fondo Grande (13.4 km, 1340 mt, 4h 40′)
Bel giro ad anello ma con il senno di poi eviterei la seconda parte, troppo casino, troppe piste da attraversare, guardando la mappa a casa una volta raggiunto il forte si può rientrare a Fondo Grande utilizzando il sentiero 137 detto Forra del Lupo che scorre a tratti parallelo al percorso di salita ed arriva fino a Serrada, se dovessi rifare il giro lo farei così.

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