19-20/01/2019 Val Parola – Lavarella (ciaspole)


Giorno1: Val Parola – Lavarella 19/01/2019

Distanza totale: 9,7 km (4↑ 3.8↓ 1.9↔)
Altitudine massima: 2172 m
Altitudine minima: 1720 m

Dislivello assoluto: 452 m
Dislivello totale: 640 m
Totale discesa: -340 m
Tempo totale: 5h 25′ (soste comprese)
Presenti: Tuta sta sente qua!

Siamo all’appuntamento fisso della ciaspolata di inizio anno organizzata dai “tosi” di Vigodarzere nella splendida cornice delle Conturines nel parco di Braies. Scrivo questo articolo con la tristezza nel cuore, mio papà mi ha lasciato qualche settimana fa, lui che ha sempre amato la montagna e che probabilmente mi ha un pò trasmesso questa passione, starà ora camminando leggero come una piuma e senza fatica sopra le sue montagne preferite, ciao papà, “dame un ociò quando vago su e so pai monti”.

Capanna Alpina. Quota 1720.
L’oragnizzazione impeccabile prevede due gruppi, il grosso partirà da Pederù, il punto più agevole per raggiungere il rifugio, una piccola parte, diciamo più ardita salirà invece dalla Capanna Alpina situata in località Sciaré in Val Parola. Ovviamente prima di arrivare in loco la solita pausa da Briciola per il consueto caffé di rito, poi ritrovo in località Sciaré e divisione delle truppaglie, il grosso risale in macchina diretto a Pederù, il resto sale in auto verso la Capanna Alpina dove c’è un ampio parcheggio libero, d’inverno, d’estate si paga. Eccoci qua pronti a partire. Ci incamminiamo sul sentiero 11 nel pian dall’Ega verso il Col de Locia il nostro primo biettivo. Alla nostra destra sfrecciano impadivi ed infreddoliti gli sciatori sulla pista da sci che in questo tratto scorre parallela al sentiero ed uno di questi mi urla: “hai perso la banana!”, mi blocco istintivamente quasi stizzito, ma poi ricordo che sulla tasca destra avevo effettivamente infilato una banana che ho l’abitudine di mangiare appena inzio a camminare, sorrido e la raccolgo, pensando “bella battuta”. Il grosso del dislivello è tutto in questo primo tratto, 350 metri, ma devo dire che sono stati abbastanza agevoli, la neve era piuttosto morbida, senza presenza di ghiaccio, e non abbondante, insomma percorribile tranquillamente senza ciaspole o ramponcini. Mentre saliamo alla nostra sinistra domina il Piz de le Conturines, a destra il Piz di Lech con dietro Cima Scotoni, dritti davanti a noi domina la punta sud delle cime Campestrin. Prima di uscire dall’Ega ed entrare nel pian de Furcia attraversiamo un ponticello che fa da confine tra i due piani e dopo il quale si inzia a salire. Qualche centinaio di metri ed ecco che voltandoci indietro possiamo ammirare quanto percorso fino ad ora. Dopo questo primo strappo attraversiamo uno spiazzo con qualche panca dal quale possiamo vedere il budello in cui ci infileremo. Anche qui si vedono i segni della famosa bufera di fine 2018, qualche albero inclinato o orizzontale. Si sale, la traccia si restringe, Francesca scorge proprio sul Col de Locia un camoscio, ci sta guardando, o controllando, non lo so, il guardiano di un gruppo più numeroso probabilmente. Il tratto finale, il più ripido, è protetto da uno steccato, e nel punto più ostico, ci sono pure due tre metri di corda, ma così credo per precauzione, non è che serve l’imbrago. L’accesso al Col de Locia avviene tramite un cancelletto superato il quale si accede alla panchina posizionata in direzione di questo panorama, mentre dalla parte opposta la valletta che porta al Gran Plan.

Col de Locia (2,1 km, 2069 mt, 1h 15′).
Pausa di ristoro. Ripartiamo dopo circa 45′ inoltrandoci in una piccola valletta ombrosa dove la neve si è ghiaccata sulla vegetazione creando un effetto particolare. Si procede ora in leggeri saliscendi più o meno in quota verso Le Gran Plan in un contesto spettacolare sia d’inverno che d’estate, sempre accompagnati dal Ru Sciaré che serpeggia sinuoso in questo pianoro dove il silenzio impera, le cime intorno creano soggezione e la grande vastità incute timore. Superiamo senza saperlo il bivio (2.74 km, 2085 mt, 2h 6′) che porta alla Grotta dell’Orso, non visibile in inverno la traccia, dove nel 1987 sono stati ritrovati i resti di una specie di orso particolare denominata Ursus Ladinicus, la visita alla grotta deve essere prenotata (link). L’ingresso al Gran Plan si può identificare con un ponticello piuttosto rustico, praticamente due tronchi adagiati sulle sponde a scavalcare il ruscello. Poco più avanti si trova il bivio dell’alta via numero 1 che porta al Lagazuoi (3.5 km, 2114 mt, 2h 40′) siamo più o meno a metà percorso. Alla fine del Gran Plan si trova la forcella di Ju dal’Ega.

Forcella Ju dal’Ega (4,55 km, 2157 mt, 3h 5′).
Da qui parte la traccia verso i Piz Conturines e Lavarella, fatti nell’estate del 2013 con Cippols (link articolo), due bellissimi 3000, il primo dei quali si raggiunge tramite una brevissima ferrata. Noi proseguiamo dritti, il cartello indica Gran Fanes 50′, ma è un tranello, non si tratta del rifugio a due passi dal Lavarella, ma della malga Gran Fanes ben più vicina rispetto al rifugio. Insomma manca ancora un bel pò, illusi procediamo con calma, godendoci quanto c’è intorno a noi, ma intanto la luce inzia a scemare e la traccia è sempre più labile, nessuno è passato di qua, anche se non si può sbagliare, basta seguire la valle, ci vengono in aiuto le impronte lasciate da qualche ungulato che seguono esattamente il sentiero, anzi sembra quasi che stia facendo il nostro stesso percorso tanto che le orme passano in prossimità dei massi con il segno del sentiero, incredibile. Prima di arrivare alla malga superiamo il bivio per il Vallon Bianco (5.96 km, 2108 mt, 3h 47′) intanto il sole sta ormai tramontando dietro al piz Conturines. Proprio in prossimità della malga un ronzio attira la mia attenzione, si non mi sbagliavo è un drone, qualcuno sta facendo riprese o pratica, vedo il pilota con la consolle, ma soprattutto vedo il drone, fermo immobile in aria, fantastico ne voglio uno anch’io, forse sta facendo delle foto o delle riprese.

Malga Gran Fanes (6.5 km, 2100 mt, 4h).
Breve pausa alla malga subito dopo la quale la traccia tende a destra, sentiero 10 (6.6 km, 2105 mt, 4h 15′), portando verso Cortina, noi invece teniamo la sinistra, che è anche il percorso più battuto, affrontando l’ultimo tratto di salita che ci porterà a sfiorare i 2200 metri, ma prima non posso non immortalare questo stupendo panorama,

oltretutto il sole ormai nascosto dietro le Conturines illumina i picchi alla nostra sinistra creando un effetto tanto particolare quanto suggestivo. Facciamo un altro incontro in questo tratto di sentiero, questa volta due fotografi intenti ad immortalare i suggestivi panorami delle Conturines. Quando passiamo in prossimità del lago di Limo (7.9 km, 2165 mt, 4h 40′) dietro di noi la luna sta sorgendo, il lago ovviamente non si vede è ghiacciato e coperto di neve, davanti a noi invece gli ultimi raggi di sole creano un arcobaleno di colori tendenti al rosa, spettacolare. Scolliniamo superando il Ju de Limo (8.3 km, 2172 mt, 4h 50′) ed inziamo a scendere, finalmente intravediamo le luci sul pianoro di sotto del rifugio Lavarella, ci sarebbe una scorciatoia me è buio pesto, preferiamo l’ampia carrareccia, passiamo di fianco al rifugio Fanes (9.2 km, 2060 mt, 5h), molto carino, e poi dritti verso il Lavarella.

Rifugio Lavarella (10 km, 2042 mt, 5h 30′).
Ci accoglie il proprietario e ci spiega dove dobbiamo dirigerci. Spettacolare l’infrastruttura del rifugio privato, peccato non aver fatto foto, entriamo con gli scarponi da quello che sembra un garage, probabilmente lo è, dal quale si accede ad una stanza super organizzata, appendini per le ciaspole ed i bastoncini, porta scarponi con tubo di riscaldamento per asciugarli, insomma tutto ciò che uno vorrebbe è qui dentro. Una volta spogliati ci avviamo all’interno vero e proprio del rifugio, posiamo le nostre cose nella nostra stanza, facciamo pure al doccia e ci dirigiamo in sala per la cena, in attesa della quale vado a fare un paio di foto all’esterno.

Giorno2: Lavarella-Valparola 20/01/2019

Distanza totale: 11,2 km (3.1↑ 5.3↓ 2.8↔)
Altitudine massima: 2172 m
Altitudine minima: 1654 m

Dislivello assoluto: -518 m
Dislivello totale: 337 m
Totale discesa: -719 m
Tempo totale: 5h (soste comprese)

Mi alzo presto, dopo l’alba, ma il sole nella conca dove sorgono i due rifugi Fanes e Lavarella arriva più tardi. Mi faccio un giro intorno al rifugio, visito la chiesetta a pochi metri dallo stesso, molto carina, all’interno alcuni affreschi, il tetto in legno. Intanto la luce prende il sopravvento, le montagne intorno a noi si illuminano, verso il Fanes sulla destra piz Bechei di Sopra al centro cima Ciamin sotto la quale appunto c’è il Fanes, il rifugio visto dalla chiesetta. Rientro per la colazione, ottima e abbondante, c’è di tutto, dolce salato, ogni ben di Dio. Poi dopo la foto di gruppo si riparte.

Rifugio Lavarella. Quota 2042 mt.
Inzialmente procediamo tutti insieme verso il Fanes e poi verso il lago di Limo. La sera prima non si vedeva ma oggi con la luce del sole si intravvede il laghetto presente tra i due rifugi, ce ne sono diversi in questa conca, quello più grande è il lago Le Vert. Sapevate che nel parco di Braies c’è un monte Sella ? Eccolo qua è quello tutto innevato. Raggiungiamo il rifugio Fanes (0.7 km, 2060 mt, 15′) proseguiamo quindi sempre sulla carrareccia verso il lago di Limo. Arrivati quasi in cima prima di passare sull’altro versante scatto una foto al Lavarella. Arrivati nei pressi della croce posta sotto la piccola cima del Ju De Limo ci ricompattiamo.

Ju De Limo (1,4 km, 2172 mt, 40′).
La giornata oggi è splendida, ieri era più coperto, oggi invece con lo sguardo è possibile godere degli ampi panorami. Dopo una breve e dovuta pausa necessaria per ammirare quanto c’è intorno a noi, riprendiamo il cammino dividendoci in due gruppi, chi rientra al Pederù e chi prosegue vero la Val Parola. Oggi si che mi posso divertire con le foto. Verso nordovest possiamo ammirare ancora il monte Sella di Fanes, cima dieci e cima Nove, da destra verso sinistra, quando iniziamo a scendere invece davanti a noi verso sudest a sinistra la Tofana di Dentro ed al suo fianco Piz Forcia Rossa III, qui invece a sinistra il Cristallo, al centro il Pomagagnon (quello seghettato) e a destra le Marmarole, la punta più alta è il Cimon del Froppa. Superiamo il laghetto di Limo (1.77 km, 2160 mt, 50′) dal quale parte anche il sentiero 418, ed il bivio per Cortina (2.3 km, 2150 mt, 1h 5′) presso il quale si trova la casermetta del 6° reggimento alpini, proseguiamo sempre dritti fino alla malga Gran Fanes.

Malga Gran Fanes (3,15 km, 2100 mt, 1h 20′).
Rispetto a ieri è tutta un’altra cosa. Anche qui breve pausa per ricompattarci e fare uno spuntino. Intanto ammiriamo alla nostra destra il piz de Taibun ed a sinistra piz de Ciampestrin. Riprendiamo il cammino lasciando la malga con alle sue spalle il Bechei di Sopra, superato il bivio per il Valon Grande (3.45 km 2014 mt,1h 37′) le cime di Ciampestrin iniziano a fare ombra sul vallone ed in questo tratto il freddo si fa sentire, ma appena usciti dal cono oscuro inizia la svestizione. Nonostante questo sentiero sia stato percorso solo ieri rifarlo oggi con questo sole e con lo sguardo rivolto dalla parte opposta ci fa godere nuovamente del panorama, il cammino tra l’altro è facilitato dalla traccia lasciata ieri pomeriggio. Superiamo il bivio che porta alle cime Lavarella e Conturines (5.05 km, 2160 mt, 2h 26′) entrando su Le Gran Plan e superato il bivio che porta al Lagazuoi (6.10 km, 2113 mt, 2h 50′) torna a farsi vedere il ru Sciaré ed anche il panorama verso sud ieri nascosto dalle nubi, riecco il ponticello di legno che segna la fine de Le Gran Plan e dove ci ricompattiamo scaldati dal sole, risalito il dosso in lontananza il Col de Locia nostra prossima meta. Prima di arrivare al Col una foto di gruppo lungo il rio Sciaré (6.86km, 2090 mt, 3h11′), poi superato l’ultimo dosso, ecco il Col de Locia.

Col de Locia (7.6 km, 2069 mt, 3h 30′).
Qui ci facciamo una meritatissima pausa consumando le prelibatezze rimaste negli zaini. Purtroppo non ho fatto una foto decente, ma da questo punto oltre al Settsass sono visibili Punta Penia, il gran Vernel ed il piz Boé. Dopo una buona mezzora di sosta ci buttiamo nella ripida discesa che ci riporterà alla Capanna Alpina, una foto anche alla corda fissa a cui accennavo nella descrizione dell’andata, mentre il percorso sul sentiero ripido è più che sicuro grazie anche alla presenza della palizzata. Raggiungiamo il gelido Plan de Furcia completamente all’ombra ed infine il Plan dal’Ega dove le pareti delle Conturines riflettono la luce del sole dando alla neve una colorazione giallastra, non percettibile sulla foto, ma all’occhio umano si, molto particolare e suggestivo.

Capanna Alpina (9.5 km, 1720 mt 4h 35′).
Il percorso in teoria finisce qui, ma i più accaniti decidono di scendere fino all’auto parcheggiata lungo la statale aggiungendo un altro chilometro e mezzo circa al percorso (11.2 km, 1654 mt, 5h), ma bravi tutti lo stesso.

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