09/04/2017 Col dei Bos (dolomiti Ampezzane)

 

Distanza totale: 7,2 Km (3,7↑ 3,1↓  0,4↔)
Altitudine massima: 2548 m
Altitudine minima: 2004 m
Totale salita: 780 m
Totale discesa: -780 m
Tempo totale: 05:49:08(soste incluse)

 

Presenti: Cippe, Pedro, Silvia.

Saltato il mese di marzo a causa di varie indisponibilità effettuiamo l’ultima uscita invernale (per modo di dire) la seconda domenica di aprile. Tempo eccezzionale, diciamo quasi estivo, cielo terso, poco vento e foschia pressoché assente, insomma condizioni ideali. Viaggio lungo, praticamente ci fermiamo poco prima del passo Falzarego, ma la valle del Cadore è sempre uno spettacolo soprattutto con queste giornate.

Rifugio Col Gallina. Metri 2054. Tempo 00.
Parcheggiamo a col Gallina, dalla parte opposta del rifugio, da qui parte il sentiero che sale verso il 412 e la forcella di Col dei Bos il nostro primo obiettivo. Il sentiero si snoda attraverso un rado bosco di larici, abeti e mughi, la salita è docile e mai affannosa. Alle nostre spalle fin da subito inziano a farsi notare le tipiche cime di queste zone ancora avvolte da una timida foschia mattutina messa in risalto dal sole ancora basso. Arriviamo alla zona degli ospedali militari della prima guerra proprio in corrispondeza del sentiero 412. I resti sono ben visibili, mi colpisce però il fatto di non trovare la ben che minima indicazione, un cartello con qualche cenno sulle funzioni svolte in tempo di guerra da queste costruzioni, nulla. La Marmolada comunque se ne infischia della mancanza e fa bella mostra di sé. Scendiamo un pochino di quota fino al bivio 412-402 e prendiamo a sinistra il 412, in salita verso la forcella Col dei Bos. Passiamo una breve galleria, la strada bianca prosegue ancora dolcemente in salita (panorama da qui, in ordine da sinistra il triangolo dell’Antelao, le cime frastagliate che terminano con cima Ambrizzola, le Cinque torri al centro ed il cucuzzolo che si nota alla loro sinistra è il Pelmo, infine il Nuvolau coperto di neve e l’Averau, sull’estrema destra basso e tondo il Pedro)
ma ad un certo punto è possibile  tagliare attraverso i prati con un percorso più breve ed irto. In ogni caso il 412 si innesta sul 402 che sale verso forcella Col dei Bos che raggiungiamo poco dopo.

Forcella Col dei Bos. Quota 2290 mt. Tempo 1h 30m.
Che dire, una pausa è d’obbligo una volta raggiunta la forcella. Alla nostra destra si erge maestoso il castelletto, baluardo difensivo naturale degli austriaci, che da qui sembra un tutt’uno con la Tofana di Rozes alla sue spalle. Verso valle l’ormai consueto spettacolo si vede meglio da qua il Pelmo tra cima Ambrizzola (al centro della foto) e lastoni di Formin. Proseguiamo ancora un pochino sul 402, incrociamo il sentiero 404 sulla destra che porta al Castelletto e poco dopo ci dovrebbe essere una traccia in salita verso Col dei Bos a sinistra, ma ovviamente è coperta dalla neve, poca ma sufficiente a nasconderla. Inziamo quindi la salita ad istinto cercando l’ascesa più dolce e con meno neve visto che abbiamo lasciato le ciaspole in auto. Appena un pò più su la val Travenanzes comincia a fare capolino ed il gruppo dei Fanis è orami allo scoperto.
La salita prosegue costante e senza eccessive pendenze facciamo solo attenzione ad evitare i tratti che potrebbero nascondere accumuli di neve che però almeno un paio di volte non riusciamo ad evitare sprofondando così fino alle ginocchia. Durante la salita alle nostre spalle si erge maestosa la Tofana di Rozes e davanti il Castelletto, ora più distinguibile, un po più a sinistra, man mano che saliamo, si scopre sempre di più la val Travenanzes. Ad un certo punto della salita si intravede in alto la cupola di un bunker che fa da riferimento e raggiunta la quale, pochi metri più in la, si trova la sommità del Col dei Bos, segnalata da una croce di legno, un pò di filo spinato e qualche reperto accumulato alla sua base.

Col dei Bos. Metri 2559. Tempo 2h 45m.
Il panorama da qui è fantastico. Possiamo cominciare dalla foto qui sopra con vista sui Fanis e la val Travenanzes. Più a sinistra Marmolada e rifugio Falzarego sui Lagazuoi, ancora la Tofana di Rozes, il Sorapiss al centro e l’Antelao a destra e tanta altra roba, ma non voglio tediarvi. Decidiamo di pranzare qui sopra godendoci lo spettacolo e studiando la cartina per riconoscere con certezza quante più cime è possibile. Dopo pranzo scendiamo verso sud per raggiungere un avvallamento che ci divide da cima Falzarego. La discesa è ripida occorre fare attenzione, la cima del Falzarego è individuabile grazie ad un’altra croce di legno già visibile dal Col dei Bos. Tra le due cime, nell’avvallamento, arriva il sentiero che sale al Col dei Bos per la via ferrata, prima di riprendere la salita verso cima Falzarego uno sguardo a quanto percorso dal Col dei Bos. Raggiunta cima Falzarego, segnalata da alcuni legni e vari resti di ferro della prima guerra,  si può scorgere la Tofana di Dentro a sinistra della Tofana di Rozes, si può già intravedere di sotto forcella Travenanzes dalla quale sta risalendo un branco di camosci. Uno sguardo intorno a noi e poi riprendiamo la discesa da cima Falzarego ancora più ostica della precedente, la neve è più abbondante, il ghiaione ripido ed instabile e ci sono un pò di roccette da superare, occorre procedere con cautela e circospezione, superato il primo tratto però la cosa si fa divertente camminando sulla neve abbondante, ancora uno sguardo indietro per vedere quanto percorso da cima Falzarego.

Forcella Travenanzes. Quota 2500. Tempo 4h 30m.
Raggiunta forcella Travenanzes entriamo a bordo pista e scendiamo scivolando sulla neve. Siamo nuovamente sul 402 e lo percorriamo fin quasi a raggiungere passo Falzarego, ma poco prima di esso sotto noi dal bordo della pista si può vedere il 412 pochi metri più sotto. Lo percorriamo fino a trovare l’evidente traccia sulla destra che scende a col Gallina verso le nostre auto. Raggiunto il parcheggio un’ultima zoomata verso le Cinque Torri.

Parcheggio a Col Gallina. Quota 2054. Tempo 6h.

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