24-25/01/15 Val da Rin-Ciareido-Val da Rin (ciaspole 2gg)

Giorno 1: Val da Rin – rifugio Ciareido
Mappa

Una due giorni in inverno non l’avevamo mai fatta !
Presenti: Antonio, Baby, Bruno, Cippe, Fede, Luca G, Luca R, Ovi, Paolo, Pedro, Simone
Assenti: Gli altri 

Ritrovo ore 11:30 a Cadoneghe, spuntino veloce in autostrada, arrivo ad Auronzo in val da Rin intorno alle 14:30. Ben tre auto per un totale di 11 persone. Al Ciareido ci incontreremo con il resto della truppa del gruppo Silvano. Sono particolarmente emozionato, ci sono diversi motivi per esserlo:

– è una due giorni e per di più invernale (è la prima volta)
– cammineremo al buio
– ho con me la mia nuova fantastica macchinetta fotografica arrivata venerdì 23
– ci fa compagnia una donna, credo sia la prima volta, qualcuno mi corregga se sbaglio

Dopo la consueta vestizione, zaini in spalla e via. Ci incamminiamo lungo la strada bianca che porta ai casoni da Rin. Passiamo il rifugio la Primula e prima di imboccare il sentiero incrociamo un paio di escursionisti del posto provenienti dal rifugio e ne approfittiamo per farci fare una foto di gruppo, dicono che in un paio di ore saremo al rifugio …. si in elicottero forse.  Imbocchiamo la strada sulla sinistra che porta a pian dei Buoi, attraversando il torrente Rin. Il paesaggio è favoloso, gli alberi sono carichi della neve caduta di recente, la luce è particolare, visto l’ora, la strada è battuta e si può procedere agevolmente senza ciaspole. Dopo pochi minuti incrociamo il sentiero 273-272 che porta sempre al Ciareido, ma preferiamo restare sulla strada battuta … per fortuna. Il gruppo comincia a sgranarsi, come avviene sempre, e si ricompatta in prossimità delle deviazioni. Ad un certo punto però si allunga troppo e si divide, ecco il momento fatidicoIo ed Antonio decidiamo di aspettare Pedro, che è un po’ più indietro. Da qui in avanti procederemo da soli. Intanto comincio a guardarmi intorno, davanti a noi è una favola, ma dietro non è da meno, e solo dopo un po’ mi accorgo che … si … sono loro, le mie preferite, le Tre Cime. Intanto la luce comincia a calare, lo sapevo che avremmo fatto un tratto al buio, non sono preoccupato, ma non siamo nemmeno a metà strada. Intanto Luca ci avvisa di svoltare a sinistra al prossimo bivio. Si, si, ok, certo, va bene, grazie.  Arriviamo al bivio, consultiamo la carta e decidiamo di andare dritti. I nostri amici hanno preso il 262, noi restiamo sul 29 che va ad incrociare il 273 ed a ricongiungersi con il 262 per via più diretta e con meno saliscendi. E’ buio pesto. Procediamo senza pila, c’è un filo di luna, ma è sufficiente a farci vedere la strada. Il cielo è sereno e le stelle cominciano a farci l’occhiolino. Il solito Orione, l’Orsa, Cassiopea, eccetera … insomma le poche che so riconoscere a colpo d’occhio … in realtà ce n’erano molte altre. Oltre all’oscurità è calata anche la temperatura, fermarsi ad aspettare è sempre più arduo, i piedi e le mani si gelano in pochi minuti. La tentazione di andare avanti è forte, ma il buon Antonio dice che non vuole staccarsi troppo, meglio non procedere a troppa distanza … il buio … i lupi … l’orso … non si sa mai. Intanto dagli altri più nessuna notizia, saranno arrivati? Devo dire che camminare in queste condizioni di luce è davvero strano, non si vede nulla intorno, nessun panorama, nessun riferimento, ma il luccichio della neve stimolato dalla luce della luna ha qualcosa di affascinante, romantico. Ogni tanto accendo la pila perché non capisco dove sto andando, ma per la maggior parte del tragitto rimane spenta per godere di questa particolare scenografia. Finalmente incrociamo il 262/268. E’ fatta. Pochi minuti dopo ecco le segnalazioni per il  rifugio Ciareido, uno dei cartelli dice 20 minuti … “no ghe credo”. Già sento il tepore del fuoco, la stanchezza svanisce, trovo nuova energia, guardo in alto, ma non vedo una cippa, dove cavolo è il rifugio, eccolo, vedo una luce, ma no, è il riflesso della vernice catarifrangente di un paletto da neve. Andiamo avanti. Un altro cartello. Siamo vicini. Sento il profumo del brodo caldo sul fuoco, sento della musica, delle voci …. ma nulla di tutto ciò è reale a parte una debole luce proveniente dalla finestra del rifugio sulla mia destra, sopra di me. Vorrei fare una foto per immortalare l’attimo, ma vaffan…..brodo, tira un vento bestiale, fa un freddo cane, mi dirigo a tutta velocità verso quella dolce casetta e … si sono dentro. Il tepore mi invade le ossa, mi sento leggero. Lo zaino ce l’ho ancora sulle spalle, ma non lo sento più … però è la prima cosa che mi tolgo.

Ecco i miei compagni, quanti bei sorrisi, saluto tutti, Barbara mi fa vedere il mio posto letto, mi cambio e raggiungo gli altri. Arrivano anche Antonio e Pedro e poi tutti insieme, finalmente, ci sediamo al tavolo a consumare una bella cena in compagnia.

Giorno 2: Rifugio Ciareido – Val da Rin

Mappa

Drrrrrrrriiiiiiiiinnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnn !
Presenti: Antonio, Baby, Bruno, Cippe, Fede, Luca G, Luca R, Ovi, Paolo, Pedro, Simone (quelli di ieri)
Assenti: Gli altri (nessuno ci ha raggiunto nella notte)

Pin! Pun! Tumb! Tumb! Tumb! Figa to m…..! Ma che casino! Cosa succede! Nessun gallo che canta, nessuna sveglia che suona, a parte quella biologica che alle sette in punto mi fa spalancare gli occhi mentre ancora scorre sotto le palpebre l’incubo della notte appena trascorsa, passata in parte ad ascoltare il baccano di quelli di sopra (un po’ alticci) e degli insulti proferiti dalla proprietaria e da altri “rifugiati” del piano di sotto a codesti deturpatori della quiete notturna. Pazienza … tanto non avrei dormito lo stesso mi sa. Non importa, alle 7:30 mi alzo e mi dirigo deciso verso la sala per la colazione e poco dopo arrivano un po’ tutti, chi barcollando, chi imprecando, chi procedendo deciso verso il bagno.

Ecco qua, tutti belli freschi e riposati, pronti per una nuova avventura. Lasciamo stare i capelli di Fede e Simone, vorrei far notare lo sguardo e la posa del dottore in primo piano …. Miiiiiii ! Dove stanno i miei picciotti ? Aaaa?

Per i capelli di cui sopra ecco qui una versione più ravvicinata, mentre in quest’altra foto, sempre lui che mi fissa in quel modo …. sono intimorito, e mi devo pure sedere vicino.

Ok, ora facciamo sul serio. Si parte. Fuori le raffiche di vento sono micidiali, questa foto di Barbara è emblematica. Il tempo non è granché, ma andrà migliorando. Scendiamo velocemente, se non altro per trovare riparo dal vento, più sotto. Dopo pochi metri ecco il cartello di ieri sera, dal quale ho avuto questa meravigliosa visione, ovviamente di notte si vedeva solo la luce dalla finestra. Ne approfitto per un selfie con Barbara, favoloso, e poi giù fino a pian dei Buoi. Qui ci ricompattiamo prima di prendere il 268 in direzione monte Agudo e ne approfitto per immortalare il monte Ciareido.

Dopo poche centinaia di metri teniamo la sinistra sul 262. I miei compagni d’escursione hanno già fatto questo sentiero ieri pomeriggio, per me Antonio e Pedro invece è una novità. Di giorno è meglio questo, più panoramico, ecco qua le Tre Cime, ma con maggiore escursione altimetrica. L’andatura è un po’ da svacco devo dire, ma piacevole, qualcuno procede ancora senza “ciaspe”, ma ancora per poco. Arriviamo infatti al bivio con il 29 da cui sono arrivati ieri i miei compari e qui pausa. Impossibile procedere senza ciaspole, quindi chi non le ha le deve calzare, gli altri stanno a guardare, ridendo sotto lo scalda collo, sprezzanti ed impazienti.

Si riparte in direzione monte Agudo, belli pimpanti. Il sentiero cambia velocemente aspetto e si fa più stretto, non più la strada bianca battuta dalle motoslitte o dal gatto delle nevi, ora tanta neve fresca, solo le impronte dei ciaspolatori ci guidano. Il bosco, prima rado, si fa più fitto ed ogni tanto qualcuno ne approfitta. Si sale e si scende camminando sulla cresta verso il rifugio Agudo che sembra non arrivare mai. Ecco qual un bel passaggio dove faccio un paio di scatti a chi c’era in quel momento prima e dopo di me e subito dopo ecco Auronzo. Ormai ci siamo, vediamo il rifugio, ma per arrivarci dobbiamo risalire un tratto della pista da sci, micidiale, poi finalmente il meritato riposo. Sul retro del rifugio c’è una bella terrazza panoramica con vista sul lago, mentre sul davanti ancora loro a farsi notare, le Tre cime. Fuori fa un freddo cane e prima o poi tutti entrano in rifugio. Dopo una breve pausa ristoratrice ed un breve consulto con un paio di guardie forestali riprendiamo il cammino. Scendiamo velocemente ai bordi della pista da sci ed arrivati di sotto prendiamo il sentiero 299 che si inoltra in un fitto e stupendo bosco di abeti rossi.

Ho scattato diverse foto qui, ma in nessuna sono riuscito a riprodurre la particolare luce rossatra diffusa dalla luce che penetrava attraverso le chiome degli alberi e riflessa dai loro tronchi. Il percorso è poco battuto, in alcuni frangenti perdiamo la traccia, ma poi segnali bianco-rossi ci rimettono sulla retta via, qualcuno preso dal panico o forse per la stanchezza, parla con gli abeti, ma il trenino procede spedito nel bellissimo bosco. D’improvviso la vegetazione svanisce come estirpata da una gigantesca mano e davanti a noi si apre uno splendido pascolo ricoperto di neve, siamo nei pressi dei Tabià da Rin.

Ci ricompattiamo e poi ripartiamo dritti verso Val da Rin attraverso una splendida radura. Mi fermo ad immortalare questo particolare, la neve che scende lentamente dal tetto di una casetta di legno …. mi piace che ci posso fare. Infine un piccolo ponticello di legno ed uno di cemento sono gli ultimi ostacoli che ci separano dalla val da Rin …. e dalle auto.

Cari compagni d’escursione, questo giro mi è davvero piaciuto e mi pare anche a voi, quindi ….. l’anno prossimo si replica.

Ciao a tutti

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