22/06/14 Zoppé-Ponta-rif.Venezia-Zoppé

Dopo una lunghissimo letargo che neppure l’orso più sfaticato del mondo potrebbe sopportare rieccoci a zonzo per i monti. Bocciata la proposta di Cippe sull’Ortigara, si decide per il monte Ponta. Un nome che è una garanzia.

Presenti: Carlo, Cippe, Cippols, Matteo, Paolo V.,  e Pippo.
Assenti: Il resto della truppa.

Il meteo è incerto, ma non dovrebbe piovere dicono le previsioni. In effetti alle 6:30 partiamo da Padova con un cielo grigio che incute qualche timore. Pausa caffè in quel di Lavarone e via. Poco prima di arrivare a Zoppè, luogo di partenza che ben si addice al nostro Fede-Picco-Presidente onorario eccetera eccetera, Cippols chiede di scendere. Ci guardiamo perplessi! Qualcuno gli ha fatto uno sgarbo? Una scoreggia troppo “oleosa” che non riesce a sopportare? Un incontro segreto con la bella del paese? Molto più semplice. Deve allenarsi per domenica prossima (a proposito come è andata?). Ho bisogno di fare 1000 metrozzi di dislivello almeno, come allenamento, esclama il bionico! La voce in effetti è un po’ metallica, ma forse è il sonno del mattino.

Noi proseguiamo per Zoppè. Parcheggiamo, zaini in spalla e via. Appuntamento a cima Ponta per ammirare lo stupendo panorama insieme al bionico … chi arriverà prima, ci domandiamo ?  Già dopo i primi passi siamo in difficoltà. Appena scesi dalla macchina un cartello indica il 497, il nostro sentiero. Imbocchiamo la strada asfaltata che scende verso la fine del paese e finisce a ridosso di un prato. Non ci sono altre indicazioni degne di questo nome. Un cartello indica qualcosa di non ben definito, e per terra ci sono solo tracce impercettibili. Partiamo verso l’alto e torniamo giù. Vado io verso il basso e torno su! Mortacci …. Tira fuori la carta, studia le pendenze (no so bon), guarda il cielo, le nuvole, le stelle (è giorno!) decidiamo di scendere e …. siiii,  la imbrocchiamo!

Eccolo il 497, almeno credo. Non ci sono indicazioni ma ora la traccia è ben visibile e battuta. Andiamo avanti in leggera salita in un bosco stupendo finché sbuchiamo in una strada bianca. Una strada bianca?! Ma dove? E Perché? Sulla carte non ci sono strade bianche, che sia il sentiero? Andiamo avanti. E cammina, cammina, cammina ad un certo punto, un cartello enorme indica monte Punta. Siiiiiii ! Ma allora siamo sulla strada giusta, e vaiii. Il passo si fa più spedito e sicuro, qua e là segni bianco rossi, ma senza numero, confermano la via …. e scrivere il numero del sentiero no, vero ?

La strada bianca arriva a La Forzela. Belllaaaa! Siamo abbagliati da un verde lussureggiante, dal quale sulla destra fa capolino la cima del Pelmo che sta lottando con le nuvole per farsi vedere. Ci sono dei cartelli in forcella, ci butto l’occhio, forse troppo superficialmente, ma sembra non ci sia scritto nulla. Ci avviamo così sulla destra sbagliando in pieno. Il Pelmo ci attira come una calamita, iniziamo a correre, ci sforziamo per rallentare, ci sentiamo leggeri, ebbri dell’aere puro ed incontaminato di codesti luoghi,  prrrrr! Un rumore mi risveglia all’improvviso! Ma se il Pelmo è davanti a noi il monte Ponta è dietro e quindi ? Quindi stiamo andando dalla parte sbagliata. Carta, non capisco una cippa, ma per fortuna c’è un Nonno del luogo a portata di voce! Dove è il monte Ponta? Dietro di voi esclama con un sorriso alla Eather Parisi! Noooooooo!

Te le fo no Cippols! Ci siamo persi, dice Tride, ma daiiiii !  Non esagerare Matteo, persi … ! Diciamo che non siamo propriamente sicuri che il sentiero su cui stiamo camminando sia esattamente quello che dirige verso il punto d’incontro stabilito, tutto qua !

Si decide di attendere. Il bionico è in cima al Ponta da mezz’ora (aaargh!) meglio che aspettiamo noi. Tempo 15 minuti che arriva quasi correndo, fresco come una rosa senza spine … ed i 1000 metri di dislivello?

Comunque siamo sul sentiero giusto, il 499, che dirige verso il Pelmo. Il cammino è meraviglioso, continuamente interrotto da esclamazioni tipo: Oooooh! Aaaah! Guarda laaaa! E quello che monte èèèèè ? Panorami mozzafiato non vi è dubbio. Merita veramente un giro il monte Ponta e dintorni. Cippols ce lo fa vedere per bene da uno dei tanti punti panoramici, eccolo, è l’ultima cima verde. La vegetazione si dirada sempre più e ne approfitto per una sequenza di foto da cui ho costruito questo panorama, non sto ad elencarvi le cime, tanto le conoscete tutte giusto? Non voglio fare il noioso ! Questa volta vi beccate anche la foto ai fiorellini, mi piaceva proprio questo gruppetto, sembra preparato per una cerimonia, foto ricordo a Pippo il cane ardito ed infine uno dei punti più suggestivi (a mio parere) che la foto rende minimamente. Si arriva così, tra una battuta, un selfie eee … altro,  sul sentiero 472 che gira intorno al Caregon e lo spettacolo non finisce mai. Si cammina in piano, nessuna fatica, alla nostra sinistra la spalla sud e la pala sud del Pelmo. La neve abbonda, l’abbiamo incontrata anche nel bosco intorno ai 1800 metri, certo in zone d’ombra, ma è stata comunque una sorpresa. Ed eccoci al passo di Rutorto nei pressi del quale sorge il rifugio Venezia. Anche da qua la vista è notevole ed il luogo è incantevole, il posto giusto per posare le chiappe e fare una bella pausa.

Durante il pranzetto ci fa compagnia un gruppo di cavalli… e allora!  Niente, così, era solo per scrivere qualcosa. Il rientro a Zoppé avviene per il sentiero 471, prima attraverso prati su un sentiero che in realtà è una strada, in questo tratto ogni tanto è obbligatorio guardarsi le spalle per ammirare il Pelmo, poi in un bel bosco fitto e buio, faccio perfino fatica a scattare delle foto per la poca luce, ma sopra le chiome degli alberi c’è un bel sole. Si arriva quindi direttamente a Sagui, il piccolo rione di Zoppè da cui siamo partiti, si, si adesso sappiamo tutto, ma stamattina attimi di panico per capire dove dovevamo andare.

Tra un passo e l’altro il pensiero va al Pelmo, a fine luglio, forse, proveremo a salire in cima al Caregon del padre eterno. Vedremo.

 

One Response to “22/06/14 Zoppé-Ponta-rif.Venezia-Zoppé”

  1. Picco ha detto:

    Bel giro… ma caveghe il telefono a Carlo 🙂

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