05/01/2013 Cime Larici e Portule con le ciaspole

 

Distanza totale: 14,5 Km (4,5↑  7↓  3↔)
Altitudine massima: 2.310 m
Altitudine minima: 1.626 m
Dislivello assoluto: 684 m
Totale dislivello: 820 m
Totale discesa: 820 m
Tempo totale: 6 h 40′ (soste incluse)

Presenti: Cippols, Cippe, Picco, Carlo, Matteo, Luca R. e Pippo il cane ardito.

Chi ben comincia è a metà dell’opera dicono, e questo 2013 è iniziato meravigliosamente con questa  prima escursione sull’altopiano di Asiago: vicina, non faticosa ed appagante.


Rifugio Larici. Quota 1626. Distanza 0.Tempo 0.
Partenza da Padova ore 7. Il tragitto in auto è breve solo un’ora e mezza per arrivare al rifugio Larici. Giornata ottima, qualche velatura del cielo, temperatura calda per la stagione e tanta voglia di camminare. Lasciamo l’auto nel parcheggio e inziamo a prepararci, sono le 9 e 10. Qui non c’è molta neve, Carlo decide di lasciare le ciaspole in auto (se ne pentirà) tutti gli altri invece studiano il metodo più idoneo per attaccarle allo zaino ed io faccio lo stesso con le mie, nuove di pacca, ma acquistate quasi due anni fa e mai utilizzate: non vedo l’ora. La traccia parte da dietro il rifugio. La neve c’è, ma è poca e si può agevolmente procedere con gli scarponi. Proseguiamo per lievi pendii coperti di neve e dopo mezz’ora di cammino la prima pausa per togliere il primo strato di vestiti: fa un caldo boia! Il percorso prosegue docile sempre il leggera salita per nulla faticoso e dopo 1h e 10m siamo a cima Larici, un piccolo panettone che ci offre un bel panorama. Foto di gruppo sul primo obiettivo giornaliero e bella visione su cima Portule. Breve pausa di riflessione, e adesso? Ma Cippols svela finalmente il suo piano: raggiungere cima Portule, percorrere la cresta e scendere verso bocchetta Portule quindi raggiungere il rifugio attraverso la strada militare. Ci guardiamo perplessi! Si può fare! Ci diamo l’obiettivo di raggiungere cima Portule verso mezzogiorno e l’auto intorno alle 15:30. Partiamo di buona lena lungo la discesa che porta alla forcella di porta Renzola. Il tratto è un pò insidioso a causa della neve che copre i pini mughi celando dei vuoti inaspettati dove spesso si sprofonda e proprio in uno di questi rimedio una sventola sulla tibia che si farà sentire per una settimana intera, ma non sarà certo qualche buco a fermarci … anzi. Raggiungiamo porta Renzola alle 11:10. Il luogo è al riparo dal vento e si presta perfettamente per una pausa di ristoro, direi più che meritata, prima di affrontare la salita al Portule.

Porta Renzola. Quota 1946 m. Distanza 3 km. Tempo 2h.
Ripartiamo più freschi e pimpanti che mai, durante la salita la vegetazione si dirada sempre più fino a sparire e la neve è sempre più abbondante. Continuiamo con gli scarponi, ma ad un certo punto dopo l’ennesimo scivolone rompo gli indugi, mi fermo e metto le ciaspole. Il resto del gruppo prosegue senza, ma con le ciaspole sento di fare meno fatica, molto meno, è una goduria, passi lunghi, appoggio sicuro anche sul ripido, fantastiche! Intorno a noi tutto è sempre più bianco ed immacolato e quando arriviamo in cima il panorama è oltre ogni aspettativa, sono le 12 e 15.

Cima Portule. Quota 2310. Distanza 4,4 km. Tempo 3h 05′.
Una volta riuniti approfittiamo di un gentile escursionista che ci immortala sull’obiettivo odierno. Pausa di riflessione, di ristoro, di ammirazione di quanto c’è intorno a noi e una foto alla traccia che abbiamo lasciato durante la salita. Si decide di scendere subito a bocchetta Portule e pranzare di sotto, qui tira vento e non ci sono ripari. La discesa lungo la cresta è meravigliosa. In lontananza all’orizzonte si vede la pianura padana coperta dalle nubi basse e dalla nebbia da cui spuntano i colli Euganei, i colli berici ed in fondo l’appennino bolognese … sarà vero! Ma si, vogliamo crederci. Lungo la discesa ci soffermiamo presso una voragine particolare: una bomba? Una mina? Una buca naturale? Ognuno fa la sua ipotesi, ma quello che più mi colpisce è la luce che emana il riflesso della neve, poco riproducibile con una foto, sembra ci sia un gigantesco faro, bello! Finalmente anche il resto del gruppo decide di mettere le ciaspole, tranne Carlo ovviamente. Anche la discesa è docile e piacevole , ma ad un certo punto azzardiamo una disgressione seguendo le tracce ingannevoli di un escursionista che con gli sci ha lasciato sulla neve tracce molto visibili ed evidenti, ma che ci porterà in un vicolo cieco ed a perdere un pò di tempo, pazienza, ma con la neve seguire la traccia è arduo. Torniamo indietro e riprendiamo il percorso giusto ed in breve raggiungiamo forcella Bocchetta.

Forcella Bocchetta. Quota 1990. Distanza 8,7 km. Tempo 5h.
Finalmente si mangia stravaccati al sole, liberi dagli zaini, sereni, “bei come el soe”. Ognuno tira fuori le proprie cibarie e …. piccola sorpresina di Cippe … compare pure un pandoro in miniatura, per festeggiare ovviamente la prima escursione dell’anno.
Prima di riprendere il cammino i più curiosi decidono per una fugace visita ai residuati bellici posti pochi metri sopra la forcella e facilmente individuabili grazie ai numerosi cartelli con spiegazioni ed illustrazioni. Ed ecco la caverna ricavata dagli italiani su uno sperone di roccia nel conflitto  del 15-18 dove trovarono posto alcuni pezzi di artiglieria da 120mm, numerose le aperture verso valle, la postazione cadde in mano austriaca che la sfruttò sia come sede logistica che per la raccolta di acqua in gigantesche vasche tutt’ora presenti e che siamo andati a sbirciare. Si riparte, sono le 14:30, un pò in ritardo sulla tabella di marcia. Il percorso da qui al rifugio è assolutamente semplice e si sviluppa per intero sulla strada, costruita appunto in tempo di guerra, che porta fino al rifugio Larici dove arriviamo intorno alle 15 e 50, l’avanguardia almeno, il resto della truppa un pochino dopo. Non ci concediamo neppure la solita Radler prima di salire in auto, ma almeno un’ultima foto si.

Rifugio Larici. Quota 1626. Distanza 14,5 km. Tempo 6h 40′.
Il sole si appresta a nascondersi dietro i rilievi, presto farà freddo e sarà buio, meglio salire in macchina e partire con il ricordo di questa calda e solare giornata sulla neve. Bravi tutti ed all aprossima.

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