02/06/2013 Cime Capi e Rocca (Alpi di Ledro)


Domenica 2 giugno, dopo mesi di tempo pessimo, rinvii, indecisioni e peripezie varie rompiamo gli indugi. Si parte per un’escursione sulle alpi di Ledro sopra Riva del Garda, una novità come location.

Presenti: Cippe, FabioPicco.
Assenti: Il resto della truppa.

Ndemo? Ma si, ma no, il meteo, le nuvole … il Messico, che primavera! Partiamo alle 6:35 dalla chiesa di San Lorenzo, tre impadivi arditi, non sarà una giornata splendida, ma non dovrebbe piovere. Destinazione Biacesa nelle alpi di Ledro a quota 418, inusuale come punto di partenza. Prima di arrivare a destinazione doverosa pausa caffe niente popò di meno che in quel di Riva del Garda, ottimo caffettino. Come dicevo parcheggiamo in pieno centro e con nostra sorpresa in questo paesino di 20 case c’è un movimento niente male, tutti escursionisti in procinto di affrontare il nostro stesso percorso, più o meno e di fianco al parcheggio un bel campo sintetico da calcetto, mentre lo guardiamo un pensiero va a quelli del lunedì, ma questa è un’altra storia, oggi abbiamo un’escursione da affrontare. Il primo tratto è su strada asfaltata che poi diventa ciotolosa verso la fine del paese fino alle ultime case dove un cartello indica la prima biforcazione: 470, il senter dei bech, o 417. Optiamo per il primo che si inoltra subito nel fitto di un bosco verde acceso. Si sale rapidamente e dopo pochi minuti possiamo già godere di un bel panorma verso Biacesa, notiamo il parcheggio con l’auto di Fabio parcheggiata, qualcuno gli sta smontando le gomme, ma non possiamo farci niente :). Il percorso prosegue e piano piano il bosco si dirada, la roccia affiora, e cominciamo ad intravedere il Garda in uno dei primi punti panoramici dove una bella mora ci chiede il biglietto per vedere il panorama. Per vedere il panorama 2€ ! Dice lei.  Ci guardiamo perplessi ! Quale panorama intenderà la bella mora? Ma la cifra non lascia adito a dubbi e così ci mettiamo in posa.  Il percorso prosegue tranquillo, ogni tanto qualche strappo in salita, ma mai troppo faticoso. Dopo quasi un’ora di cammino troviamo i primi segni della guerra, ma il meglio è alle nostre spalle. In alcuni punti il panorama verso il lago è davvero notevole, con belle visuali su Riva del Garda ed il Sarca che porta le sue acque al lago. Ad un certo punto il sentiero svolta decisamente a sinistra e sale verso l’attacco della prima ferrata la Susatti che arriva improvvisa dopo uno stretto tornante. Ci imbraghiamo guardando verso l’alto cima Capi , la nostra prima meta odierna. La ferrata non è difficile, a tratti verticale, ma sempre con buoni appoggi e soprattutto con vedute fantastiche: verso Riva , il Baldo , e Biacesa, insomma una salita un pò diversa dal solito per quanto si può ammirare di sotto. Ancora qualche fatica e siamo sulla cima, dove ci facciamo immortalare sotto la bandiera, a 907 metri, dopo circa 2h di cammino ed in anticipo sulla tabella di marcia. Pausa, spuntino e occhiatina intorno. Uno sguardo verso il sentiero 405 che scende verso il bivacco Arcioni dove pranzeremo. Il sentiero a tratti è a strapiombo sul lago, ma senza mai creare panico, e dopo un quarto d’ora da cima Capi siamo all’attacco della seconda ferrata: la Foletti. L’inizio è affollato, un paio di gruppi si sono accalcati e noi arriviamo come terzo incomodo così ne approfitto per fare una foto a cima Capi appena percorsa.  Se non fosse per gli innumerevoli appoggi la ferrata a tratti richiederebbe un certo sforzo fisico di braccia, ma devo dire che è stata veramente fatta bene, forse esagerando in alcuni punti. Dove termina il tratto ferrato inzia un bel sentiero immerso nel verde di un bosco a tratti molto fitto che porta dritto dritto al bivacco Arcioni, 1 ora circa da cima Capi, e che effettivamente sembra più un piccolo rifugio che un bivacco e come descritto nei vari articoli trovati nel web la gente del posto viene quassù a preparare deliziosi manicaretti . Pranziamo seduti nei tavoli posizionati a ridosso del bivacco, ce ne sono degli lungo il sentiero che porta alla chiesetta. E’ mezzogiorno, ce la prendiamo comoda gustando le nostre prelibatezze, ma dopo circa 40 minuti di sosta riprendiamo il cammino. La chiesetta di San Giovanni è subito dietro al rifugio e proprio sopra di essa è evidente il cartello che indica la direzione del sentiero 471 verso cima Rocca. La salita è ripida e dopo circa 10 minuti si arriva alla prima galleria, intutto sono tre el ‘ultima è la più lunga e buia ed è indispensabile la pila per attraversarla. Prima di entrare una foto a Biacesa e poi dentro. La prima galleria non è molto lunga e volendo si può attraversare anche senza pila, ma è meglio averla, la sua particolarita è l’uscita a cui si accede tramite una scaletta verticale. Il sentiero prosegue nel bosco, ripido e stretto e per questo fornito di cavo. Questione di minuti ed arriviamo alla seconda galleria, piuttosto breve. La terza ed ultima galleria decidiamo di saltarla. Questa infatti passa sotto cima Rocca, decidiamo invece di salire subito alla cima godendoci il panorama. Dietro di noi cima Capi, alla nostra destra Riva del garda ed il Sarca. Breve pausa sulla cima giusto per rifiatare, sono le 13 e 20.  Riprendiamo quindi il 471 in discesa. E’ un bel sentiero, attrezzato di fune e scavato nella roccia che percorre a tratti le trincee dei soldati. Ogni tanto spuntano resti bellici, qualche caverna, qualche casermetta, ed ovviamente Riva del Garda. Arriviamo così nei pressi di forcella Pasumer, non proprio in forcella perché un pò prima troviamo il bivio verso Biacesa. Prima di prendere il 460bis però mi fermo ad immortalare il famoso traliccio antiestetico (antisettico!?) quasi ovunque menzionato negli articoli che descrivono questo percorso. Scendiamo ripidamente dalla forcella ed arriviamo a malga  De Giacomi. A questo punto il sentiero torna ad immergersi nel bosco, l’escursione diventa una passeggiata che permette serene divagazioni sui soliti temi: politica, sport, fighe, ferie, lavoro … altro? Fede si permete pure di fare lo spiritoso. Ed eccoci sul ciotolato di Biacesa. Prima di rientrare immortaliamo questo strano assembramento di “opere d’arte” raccolto nel giardino di una casetta di Biacesa. Arriviamo all’auto. Cambio rapido e via verso casa passando per Folgaria dove Fabio ci porta nella sua dimora estiva a prendere un caffé.

P.S.: Fantastico il mio nuovo giocattolino, il keymaze 500, che ha fatto il suo dovere, nonstante non l’abbia ancora tarato: tempo , distanza percorsa, altitudine, dislivelli, itinerario sempre sotto mano, ottimo. La prossima volta lo provo con registrazione della posizione ogni 5 secondi, oggi era su 10 e forse è un pò altina.

Alla prossima.

2 Responses to “02/06/2013 Cime Capi e Rocca (Alpi di Ledro)”

  1. Picco ha detto:

    Chi l’avrebbe mai detto……..
    Gli arditi sul lago di Garda!!!
    C’è da dire però che alla fine il dislivello, la difficoltà, i luoghi storici, erano né più e né meno quelli di una escursione sulle dolomiti.
    Alla prossima…

  2. Saggio ha detto:

    Grande Stefano! Ottimo reportage e foto davvero dettagliate e suggestive…a imperitura memoria di questa nuova (piccola) impresa degli Arditi 🙂
    Bravi Tutti e Alla Prossima !!

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