12/09/2021 Monte Fior – Castelgomberto – Sentiero del silenzio (Asiago)

Distanza totale: 7 Km (2,6↑ 2,5↓ 1.9↔)
Altitudine massima: 1.824 m
Altitudine minima: 1.628 m
Dislivello assoluto: 196 m
Totale salita: 280 m
Totale discesa: 280 m
Tempo totale: 4h (soste incluse)
Presenti: Cippe, Paolo, Pedro, Silvia.

Partiamo verso l’altopiano con l’intenzione di camminare verso l’Ortigara. Arrivati in loco, bevuto il caffé a Campomulo scopriamo che la strada è chiusa subito dopo Campomuletto, urge un’alternativa. Ci dirigiamo allora verso malga slapeur per effettuare un giretto in zona monte Fior e dintorni. Sono zone già percorse (vedi articolo) ma mi manca CastelGomberto quindi ci andiamo volentieri. Ci spostiamo in atuo tramite la lunga strada sterrata verso la malga inzaccherando la macchina, così sporca non l’avevo mai vista.

Malga Slapuer. Quota 1628 mt.
In realtà parcheggiamo appena sotto la malga, in un piccolo parcheggio, vuoto al nostro arrivo, al rientro ci saranno macchine in ogni dove. Di fronte al parcheggio si trova questo cartello dal quale non si capisce se la quota si riferisce alla posizione del cartello o alla posizione della malga, credo la seconda opzione, ma io taro lo strumento alla quota indicata anche se in realtà siamo una decina di metri sotto la malga. Raggiunta la malga (0.2 km, 1628 m, 5′) prendiamo la traccia visibile alla sua sinistra nonché sentiero 861 che sale ripido verso il bosco, poco prima di entrarvi scatto una foto alla malga giusto per avere il riferimento poi ci giriamo a completare la breve salita fino a raggiungere l’anello (0.35 km, 1650 m, 10′) che avvolge il monte Fior e sul quale si può procedere in entrambi i sensi. Noi scegliamo la sinistra per raggiungere subito il monte Castelgomberto. Il sentiero scorre dolce e tranquillo intorno al monte Fior ad una quota poco sotto i 1700 metri. Uno squarcio tra gli abeti ci consente di vedere la piana di Marcesina con la devastazione in essa portata da Vaia ed in fondo in fondo alcune cime ra cui ipotizziamo cima D’Asta. Lungo il sentiero ecco la prima mini bacheca, sempre interessante da leggere, peccato che alcune sono ormai rovinate, il testo riporta alcuni brani presi dai libri di vari autori di entrambi gli schieramenti che hanno vissuto di persona il primo conflitto come Lussu che descrive le sue esperienze di soldato in questi luoghi nel suo “un anno sull’altopiano”. Proprio in questo libro ricordo un capitolo in cui descrive una cruenta battaglia svoltasi nella selletta che stiamo per raggiungere e che divide il Fior dal Castelgomberto. Mi soffermo sulla selletta Stringa (1.5 km, 1731 m, 30′) guardo dietro di me ed immagino un’orda di soldati salire ammassati in file molto vicine, che urlano Uh! Uh! Uh! Come descrive il Lussu, e non si fermano nonostante la posizione predominante delle truppe italiane che falcidiano gli austro-ungarici fino ad urlare basta! Fermatevi! Impietositi o vergognosi di fare un tale macello,  e proprio quando le munizioni stanno per finire, questi si fermano e la battaglia termina. Ecco questo passaggio mi è rimasto impresso per la sua crudezza, per la sua ipocrisia, cosa poteva spingere quegli uomini a farsi ammazzare così ? Forse non ne potevano più ? Era un modo per farla finita ? Una specie di eutanasia ? Guardo le mie braccia e mi accorgo di avere la pelle d’oca. Non ci penso più e riprendo a camminare.  A questo punto prendiamo il sentiero a sinistra che sale verso il monte Castelgomberto, il pezzo che mi manca della precedente escursione. Si può camminare in trincea come scelgono i miei compagni, io preferisco rimanere in alto. Dopo qualche centinaio di metri mi volto verso il monte Fior e la selletta, in lontananza è inquivocabile la cicatrice lasciata dalle trincee sui pendii. La salita non impegnativa a Castelgomberto è molto interessante, lungo le trincee si trovano varie indicazioni relative ai punti di osservazione, postazioni di mitragliatrici, depositi munizioni, eccetera, insomma bisogna camminare e guardarsi tutto con calma per godere appieno del luogo. La cima è identificata dall’enorme croce in pietra dedicata al generale Euclide Turba.

Castelgomberto (1,8 km, 1771 mt, 45′).
Deicidiamo di seguire le indicazioni per la lapide del capitano Enrico Busa, la segnaletica è chiarissima e bastano pochi minuti (2.1 km, 1740 m, 1h 10′). Rientriamo quindi verso la croce indecisi come proseguire, peccato a questo punto non aver saputo della postazione osservatorio situata poco sotto al monumento dedicato al generale, l’ho scoperta soltanto successivamente a casa cercando informazioni su Castelgomberto, la postazione risulta aperta e visitabile, peccato. Proseguiamo invece lungo la trincea nascosta nel verde che procede nel versante est del monte in direzione monte Fior. Camminando sopra ai massi è facile imbattersi in qualche fossile o almeno in ciò che rimane di esso, la sua impronta, come questo. Giunti nuovamente alla selletta Stringa riprendiamo a salire questa volta sul monte Fior seguendo l’evidente traccia che porta verso la sommità dell’altura. Saliti di pochi metri possiamo già godere di un bel panorama verso il monte Castelgomberto. Lungo l’ascesa sulla destra si trova un posto di osservazione segnalato da una bacheca (3 km, 1796 m, 1h 40′). La galleria è percorribile, utile una torcia, ma non è lunghissima si può fare anche senza, il foro sbuca sul versante opposto e permette una perfetta visuale sulle zone sottostanti. Ancora pochi metri e siamo in cima.

Monte Fior (3,3 km, 1824 mt, 2h 15′).
Qui ci prendiamo una pasusa ristoratrice, anche per guardare il panorama controllando tutte le cime intorno a noi facendo riferimento alle foto gigantesche situate nei pressi della cima, riporto una parte dei nostri studi in loco:

Dopo qualche discussione ce ne andiamo, convinti che quanto è scritto nei cartelloni sia corretto, l’unico problema è beccare una giornata limpida come quella presente sugli stessi. Scendendo dal monte Fior si può vedere da vicino la struttura delle trincee. In pochi minuti raggiungiamo il monte Spil (3.85 km, 1808 mt, 2h 20′) e subito dopo la strada bianca (3.95 km, 1796 mt, 2h 25′) che gira intorno al monte Fior e che ci porterà verso la città di roccia. Presso Casara Montagna Nova (4.45 km, 1730 mt, 2h 37′) Silvia si fa impietosire dai belati di un agnellino, sembra incastrato nella rete di recinzione, ma dopo un po’ arriva la mamma a sistemare tutto. Superata la Casera abbandoniamo la strada bianca e riprendiamo a camminare sul sentiero 861, in lontananza sono ben visibili le aperture realizzate tra il Fior e lo Spil durante la prima guerra, era il sistema difensivo italiano collegato da due camminamenti che mettevano in comunicazione le varie trincee con le postazioni per mitragliatrici ed i punti di osservazione. Ma ormai è storia. Davanti a noi invece è realtà la città di Roccia con le sue tipiche formazioni rocciose. In alcuni tratti i colori sono spettacolari, e la passeggiata può essere facilmente accompagnata dai fischi delle marmotte, oggi però non ne ho sentiti, forse c’è troppo viavai. Poco prima di arrivare alla malga decidiamo di fermarci lungo il sentiero in uno dei numerosi spazi che offre, non che siamo molto stanchi, ma uno spuntino fa sempre bene, ma c’è chi pensa a prendere il sole perché deve prepararsi alla prossima gita in barca e non vuole sfigurare con l’abbronzzatura. Riprendiamo il cammino ed in pochi minuti siamo alla malga, sotto la quale si trova questo monumento a ricordo del pluridecorato reggimento di fanteria della Bosnia Erzegovina che qui ha sacrificato molte anime.

Malga Slapeur (7 km, 1628mt, 4h).
Qui ci riprendiamo l’auto e visto che è molto presto decidiamo di andare fino al rifugio Campomuletto e fare il sentiero del Silenzio

Sentiero del slienzio. Quota 1602 circa. Lunghezza 2 km. Tempo 1h se ci si sofferma in tutte le postazioni.
Torniamo in auto fino a Campomulo ed all’incrocio prendiamo a destra sulla strada asfaltata che porta fino a Campomuletto. Trovato un posticino con difficoltà e ci avviamo verso il rifugio, prima diel quale sulla destra si trova questo cartellone ben visibile con le indicazioni per il sentiero del silenzio. In buona sostanza si tratta di un percorso circolare di circa 2 chilometri o poco meno. Lungop il percorso sono dislocati 10 punti a tema con dell sculture relativi alla pace ritrovata, la pietà, la speranza, le lettere, i testimoni, gli eserciti, il fiore vivo, il labirinto nero, gli immortali ed i frutti gloriosi. Meritano tutti una sosta, un’attenta lettura ed ampie riflessioni. Manca una foto alle lettere, alcune molto belle, sono delle lastre di ferro appoggiate per terra con inciso il testo di alcune lettere. Ecco l’unica cosa è che di silenzio ce n’è poco visto la vicinanza con il rifugio Campomuletto almeno fino a che non ci si inoltra un bel po’ nel bosco.

Cose semplici, alla prossima.

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